Vino e Resveratrolo

Come già menzionato in un precedente articolo, il Resveratrolo (polifenolo estratto dalla buccia degli acini d’uva), è stato oggetto di discussioni a causa di studi che promettevano un azione antiossidante fuori dal comune e che poi sono risultati truccati. Nonostante successivi studi abbiano comunque evidenziato il potere antitumorale di questa molecola, che si è rivelata capace di rigenerarsi in cellula e diventare così utile per l’uomo nel trattamento di un’ampia varietà di malattie , una recente pubblicazione ha escluso qualsiasi effetto del composto, se assunto da donne sane e attraverso integratori. E’ quindi ingannevole parlare di presunti benefici dell’antiossidante sottoforma di integrazione e di conseguenza attraverso gli alimenti. Il mercato degli integratori però, soprattutto negli stati uniti, continua a promuovere l’importanza di una supplementazione della dieta a base di resveratrolo sebbene finora nessun trial clinico ne abbia confermato la validità.
Il farmacologo Silvio Garattini ha dichiarato che i possibili effetti antitumorali richiedono almeno un grammo al giorno di resveratrolo. Per raggiungere questa dose però sarebbe necessario bere 80 litri di vino; un litro di vino infatti ne contiene appena 12,5 milligrammi. Se si considera inoltre che molte ricerche utilizzano chicchi di uva l’associazione con il consumo di vino diviene ancora più labile. In aggiunta a ciò la presenza di alcool è un fattore che riduce l’assorbimento del resveratrolo.
Un consumo contenuto di bevande alcoliche risulta comunque protettivo rispetto ad alcune malattie, ma ciò non è dovuto o almeno non è dovuto esclusivamente alla presenza dei polifenoli, ed in particolare del resveratrolo.
Un abuso invece è sicuramente correlato al rischio di molte patologie tra cui diversi tipi di cancro.

Fonti
www.Ilfattoalimentare.it
“Sulfate metabolites provide an intracellular pool for resveratrol generation and induce autophagy with senescence.” PMID:24089405
“Resveratrol supplementation does not improve metabolic function in non-obese women with normal glucose tolerance.” Cell Metabolism vol 16

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